Digital marketing

Spotify Advertising

Spotify da poco ha raggiunto i 490 milioni di utenti attivi nel mondo e anche se quasi la metà di questi (205 milioni per l’esattezza) sono iscritti con un abbonamento premium, e dunque non ci è permesso raggiungerli con le pubblicità, rimane comunque un buon bacino dal quale partire! Aspetto interessante è che gli utenti non possono saltare l’annuncio se vogliono proseguire con l’ascolto del brano. Questo ci “garantisce” che il messaggio pubblicitario verrà riprodotto nella sua interezza. 

Piattaforma pubblicitaria

La piattaforma pubblicitaria si chiama “Spotify Ad Studio” e si differenzia principalmente da quelle più note come Meta Ads e Google Ads per via di una sua peculiarità. Le funzionalità relative al targeting di Spotify Ad Studio non si basano solo su età, sesso, posizione geografica, comportamenti e/o interessi ma anche (e direi maggiormente) su generi musicali e playlist. La cosiddetta “Streaming Intelligence” è la consapevolezza che possiede l’algoritmo rispetto ai propri utenti grazie l’analisi dei dati di ascolto, alle preferenze musicali e ai loro stati d’animo.

Formati

La piattaforma mette a disposizione 4 formati:

  • Audio
    L’annuncio in questo caso è strutturato partendo da un file audio – inserito tra i brani durante l’ascolto – abbinato ad un banner cliccabile che può portare gli utenti a una pagina di destinazione. Senz’altro il tipo di formato più interessante da mettere in campo, se scegliamo di investire su questo canale, proprio perché ha il vantaggio di catturare l’attenzione degli ascoltatori nei momenti quotidiani senza che questi prestino attenzione allo schermo.
  • Video
    Questo formato invece offre al suo interno due soluzioni. La prima, il “Video Takeover” viene trasmesso durante una sessione di ascolto mentre l’utente sfoglia il catalogo e gli adv includono un banner e una call to action. La seconda invece,“Sponsored Session”, offre la possibilità agli utenti “freemium” di 30 minuti di ascolto senza pubblicità, al termine della visione dell’annuncio video. 
  • Display
    Questo è il formato più familiare agli advertiser, che comprende un banner per favorire l’engagement e viene fornito quando l’utente torna sull’applicazione. Anche in questo caso la sponsorizzata indirizza il traffico verso una landing page
  • Personalizzati
    Ultimi ma non per importanza i formati personalizzati. In questo caso abbiamo 4 possibilità:
    “Sponsored Playlist”, grazie ai quali possiamo associare il nome del Brand alle playlist di maggior successo gestite o di proprietà di Spotify;
    “Overlay”, utili per catturare l’attenzione dell’ascoltatore quando apre l’app, attraverso un banner cliccabile;
    “Homepage Takeover”, per inserire il proprio Brand al centro della Home di Spotify);
    “Leaderboard”, grazie ai quali il nostro messaggio sarà l’unico sullo schermo per 30 secondi.

Obiettivi

Aumento della Brand Awareness oppure il lancio di un contenuto musicale o di un concerto: questi attualmente sono gli unici 2 obiettivi messi in campo da Spotify e sicuramente il primo è quello più adatto e adoperato dalla maggior parte dei brand.

Targeting

Spotify non si discosta molto da Meta (per fare un esempio) riguardo alla scelta del target: area geografica, età e sesso sono tutti asset che ritroviamo anche su questa piattaforma pay per clic. Ciò che è interessante però, come abbiamo detto sopra, sono le opzioni di “Comportamento in ascolto”. Spotify Ad Studio permette di scegliere il pubblico sulla base di tre opzioni: per categoria di playlist, per genere musicale (ad esempio Alternative, Jazz, Funky ecc.) oppure scegliendo tutti gusti musicali.

Budget

Per avviare una campagna su questo canale dobbiamo tenere in conto di spendere almeno 250 dollari – non è possibile selezionare un budget minore – che verrà distribuito automaticamente tra le date di inizio e di fine selezionate. Altro aspetto da tenere a mente: il processo di approvazione della campagna richiede circa 48 ore.

Conviene?

Concludendo, per quanto ad oggi la piattaforma non sia così in voga (come le sopra citate Meta ads e Google Ads) possiamo già trovare casi di successo di aziende che sono riuscite a trarre vantaggio investendo su questo canale. Come, ad esempio, Caffè Kimbo che, adoperando un formato audio per promuovere il lancio di un nuovo prodotto, ha trovato in Spotify un’ottima soluzione per raggiungere milioni di persone a basso costo. Oppure, Mondo Convenienza, che desiderava attirare l’attenzione sull’ultimo catalogo e aumentare le visite in negozio. Uno spot audio durato un mese ha registrato un numero di persone uniche raggiunte davvero notevole di quasi 2 milioni di utenti. 

Quindi conviene? Per quanto sia prematuro oggi rispondere ad una domanda di questo tipo, quello che possiamo prevedere però è il grande potenziale che può scaturire da questa piattaforma. I dati rilasciati da IFPI Engaging with Music (prendendo come riferimento il 2022) ci dicono che i consumatori italiani hanno speso oltre 20 ore settimanali nel consumo di musica in streaming e dunque non è poi così difficile immaginare un aumento degli investimenti futuri di adv sulla piattaforma.

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