Mark Zuckerberg è sempre stato un visionario. Come altri grandi personaggi che hanno rivoluzionato la percezione del mondo, il creatore di Facebook non si è limitato ad avere una visione cristallina del futuro ed è riuscito a trasformare il suo sogno in realtà. Il social network più usato sul pianeta ha compiuto da poco dodici anni. Attualmente è seguito da 1,591 miliardi di persone in tutto il mondo, influenzando sempre di più le nostre vite grazie all’evoluzione degli smart-phone, sia tecnologica che commerciale. Il segreto di un successo così longevo? Continuare ad essere rilevante, anticipando i tempi.
La storia continua. In una recente conferenza in San Francisco il fondatore di Facebook ha parlato di intelligenza artificiale, dirette video, pagamenti veloci e realtà virtuale, soprattutto collegate all’uso di Facebook Messenger.
Virtual tour in diretta dalla conferenza di F8; la possibilità che programmi social ci guidino amichevolmente all’acquisto pagando direttamente in chat; lancio istantaneo di dirette video dal proprio smart phone. La domanda più urgente che dovremmo porci è:“Dobbiamo essere spaventati da questo futuro?”.
Mark Zuckerberg ha prospettato questa rivoluzione digitale come imminente. Stiamo davvero per muovere i primi passi in un mondo virtuale degno del più acerbo immaginario cinematografico degli Anni ’90? Soprattutto: è questo che vogliamo per il nostro domani?
Tutte queste domande nascono dalla decisione di Facebook di investire grandi somme di denaro per lo sviluppo di chatbot, programmi in grado di parlarci su Messenger guidandoci a promozioni e acquisti. Questo tipo di opportunità era già stata esplorata nel passato del marketing digitale. Mancavano due fattori importanti che ora saranno determinanti: la diffusione dei programmi di chat e lo sviluppo dei programmi di intelligenza artificiale. Whatsapp, Viber, Messenger, WeChat e Skype sono tra le App più scaricate di Google Play e Apple Store. Usiamo questi programmi non solo per comunicare gratuitamente, ma per parlare in modo immediato con le aziende, tanto che recentemente Facebook ha perfino messo a disposizione un adesivo simile ai QRCode per lanciare chat istantanee con le Pagine Fan. Chiediamo frequentemente assistenza, informazioni sui prezzi e promozioni, novità e dettagli sui prodotti, interazioni che possono concludersi anche in acquisto. Direttamente o indirettamente. Questa mole di interazioni ha inevitabilmente attirato l’interesse sia del mercato digitale che degli sviluppatori.
L’incremento dei programmi di chat si sta muovendo di pari passo con i progressi dell’AI, l’Artificial Intelligence. Grazie all’incredibile mole di dati accumulata negli ultimi anni (anche grazie ai social) è ora molto più facile affidare ad algoritmi ed elaboratori semplici task decisionali in grado di vagliare queste informazioni. Un esempio pratico? Pensate alle vostre conversazioni con Siri o a quante volte vi affidate al vostro navigatore per conoscere indicazioni su traffico e direzioni in tempo reale.
“Her” di Spike Jonze: un futuro possibile?
Esistono tanti guru e articoli sulla rete che professano di conoscere il futuro di Internet nei prossimi anni. Probabilmente quasi tutti si sbagliano, come si sono sbagliati in passato. I chatbot soppianteranno le App? Davvero troppo presto per dirlo. Anche se non avranno un uso così diffuso come immaginato è inevitabile che qualche cambiamento in questa direzione ci sarà. Basti solo pensare agli investimenti e il numero di aziende che si stanno già muovendo per trarre profitto da questa tecnologia.
Bot Marketing: dobbiamo preoccuparci?
Apple a Facebook sono soliti a presentare nuove feature o prodotti con grande enfasi e spettacolarità. Forse dovremmo abituarci ad accompagnare ad un genuino entusiasmo un po’ di salutare scetticismo. Facebook sopravvive grazie alla pubblicità. È normale che ogni investimento venga orientato verso il marketing. Nella conferenza F8 è già stato palesato come questi strumenti verranno applicati a scopi pubblicitari. Le aziende avranno il potere di ricevere somme di denaro direttamente dalle chat di Messenger e interagire in modo immediato con gli utenti, programmando ad esempio conversazioni in grado di ricordare ai clienti i prodotti di un carrello abbandonato in un e-commerce. Le persone verranno comunque tutelate, ne va del successo di questo tipo di esperienza. È altamente improbabile che vedremo conversazioni fantasma apparire dal nulla sulle nostre chat, così come è plausibile che sarà possibile bloccare questi sistemi con la stessa facilità con cui siamo abituati a bandire le richieste di Candy Crush Saga.
Nella piramide delle priorità di Facebook la qualità della user-experience precede il profitto. Mark sa quanto la gente odi le pubblicità, soprattutto se insistente e inopportuna.
“Si tratta di uno strumento molto affinato e di alta qualità.
Vogliamo che rimanga tale”
David A. Marcus, Vice Presidente dei servizi di messaggistica di Facebook
Ogni nuovo servizio tecnologico deve rappresentare come sempre un’opportunità, non un ostacolo. È compito delle aziende usare queste innovazioni per suscitare interesse, offrire utilità e intrattenimento al suo pubblico in modo non invasivo. Newsletter, social advertising, contenuti sponsorizzati, un tempo anche questi strumenti sono stati accolti con diffidenza. Dobbiamo essere preoccupati dalle novità in arrivo da Facebook? Forse è proprio Facebook che deve continuare a preoccuparsi delle possibili reazioni di 1,591 miliardi di persone.